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giovedì 8 ottobre 2020

Sogno di Profeta 02


Capita a volte di fare lo stesso sogno, a volte capita di proseguire il sogno in un altro momento.
Io il seguito l'ho sognato ad occhi aperti.





 Il Cappellaio iniziò a correre nella boscaglia, senza un perchè, forse inorridito dalla sua stessa pazzia.
 Corse a lungo e io lo osservavo da tergo, lo seguivo sapendo di seguire me stesso.

 Mi guardavo vagare sudato e ansimante e mi chiedevo: "Dove stiamo andando?" Nessuna risposta giunse a me mentre il Cappellaio indugiò scartando di lato e imboccando uno stretto sentiero che degradava dolcemente.

All'improvviso, in una esplosione di colori, nel bel mezzo di una radura un carro. Non un carro qualunque, era il carro di un saltimbanco. L'Artista di strada era mimo, acrobata, giocoliere e dulcis in fundus, burattinaio.

 Un capannello di persone si era formato davanti al carro, ammiravano l'Artista, lo acclamavavano mentre i bimbi presenti protestavano frementi: "Vogliamo vedere i burattini. facci vedere i burattini." Rientrato nelle vesti del Cappellaio mi avvicinai, i miei occhi passavano in rassegna ogni volto presente, cercavo la fanciulla, cercavo la perduta Alice.

Provai a chiedere ad una contadina se avesse notato una fanciulla forestiera, ma lei mi spostò in malo modo: "SPOSTATI CHE MI COPRI, TOGLITI. NON HO VISTO NESSUNO, VAI VIA SCEMO!" E mentre ancora cercavo tra la folla, il sipario del piccolo teatro si apriva, lo spettacolo più atteso stava iniziando.

All'apertura di quel piccolo drappo di tela purpurea che fungeva da sipario, tutto tacque. Tutti i presenti rimasero immobili e silenziosi.
Chiesi ancora notizie ad un villico ma anche lui mi zittì siblando sottovoce: "Shhh. L'Artista non mette in scena i suoi pupi se non regna il silenzio assoluto. Taci."

 Mi voltai verso il teatrino, lo spettacolo stava iniziando, tra i pupi una figura piccola e minuta mi lasciò senza parole.

Quel piccolo burattino era l'mmagine di Alice.

Vostro Profeta farneticante

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