A volte un sogno apre orizzonti inaspettati..
Il
Cappellaio attonito guardava i pupi nel teatrino ed io pur sapendo di
essere lui, osservo dall'alto di una quercia ciò che accade.
La
recita, a tratti drammatica, a tratti buffa, altro non era che la sua
storia recente, il suo vagare per quelle lande in compagnia della
fanciulla Alice.
Si rivide rappresentato in malo modo, sempre codardo e raramente esaltato.
Le
risa della gente non lo tangevano nemmeno quando un bimbo lo riconobbe
gridando: "GUARDATE E' LUI! E' LUI! E' IL MATTO DELLA RECITA. GUARDATE
CHE OCCHI, E' PROPRIO LUI".
Il
trambusto provocato dal bimbo irritò come sempre l'Artista che fece
calare il purpureo drappo a chiuder la recita, ma nessuno se ne avvide,
eran tutti a guardare il Cappellaio.
Alcuni
lo schernirono, altri allontanavano i bambini da lui con timore.
Improvvisamente nessuno ricordava che si fossero adunati per goder di
uno spettacolo.
Tutti immobili a guardar il matto.
Poi tutto tacque. Un silenzio surreale riemmpì quella radura.
Tutti i presenti erano in attesa di qualcosa, nessuno avrebbe saputo dir cosa, ma tutti aspettavano immobili e silenziosi.
Tutti i presenti erano in attesa di qualcosa, nessuno avrebbe saputo dir cosa, ma tutti aspettavano immobili e silenziosi.
Il
Cappellaio si infuriò non per lo scherno, ma perchè la recita non era
terminata, lui voleva vederne il finale. Lui Doveva sapere come finiva
la Storia.
Incurante di tutti
quegli occhi che lo osservavano, corse verso il piccolo teatro urlando:
"FINISCI LA RECITA ARTISTA. LA GENTE TACE NON SENTI? NESSUNO PARLA,
NESSUN SI MUOVE".
Così dicendo iniziò a
picchiare contro il teatrino che di poche assi era costruito. Ad ogni
colpo la sturttura scricchiolava, ma nessun segno di voler continuar la
recita. Nessun movimento dall'interno, nessuna voce.
Il
Matto allora diede un colpo più forte gridando: "ALLORA? STIAMO
ASPETTANDO!" , ma quell'ultimo colpo fece cadere una delle assi aprendo
un varco alla vista del Matto.
"No! Tu
no! Non ci credo, perchè? Perchè lo fai?", balbettava pronunciando
queste parole. Continuava a guardare tra le assi senza ormai più
muoversi, come mutato in statua di sale.
E
in quel momento, io, il Sognatore instabile, cambio la mia prospettiva e
rientro in me, Cappellaio Matto. Sono io a guardare tra quelle vecchie
assi e lo stupore è grande.
Davanti a me, c'era Alice. Era lei a manovrare i pupi. Dell'Artista nessuna traccia.
Vostro Profeta instabile
Nessun commento:
Posta un commento